Una testimonianza scritta a firma dell’abate Paolo Massini del 1737 afferma, riferendosi a quanto a suo tempo la gente del posto diceva: ”La chiesa di S. Francesco fu fondata da S. Francesco istesso, “ut ab antiquis traditur”. Da notizie e congetture si deduce che fosse fabbricata del 1220 incirca.” Questa data può essere accettata alla luce del rinvenimento delle due stilobati emerse nel corso dei restauri operati dalla Soprintendenza nei primi anni novanta( 1990-1995). La chiesa è giunta fino a noi, nelle attuali dimensioni, dopo essere passata attraverso rifacimenti e ampliamenti vari. Una prima trasformazione la subì tra gli anni 1480 –1504, con l’aggiunta di una navata, la costruzione di un piccolo “Coro” per i frati e una cappella per la Santa Croce. Una seconda trasformazione la subì nel 1603, quando vennero costruiti il Campanile, (in precedenza sul Portale d’ingresso) e il Portico antistante la facciata. La chiusura del Convento, avvenuta il 13 ottobre 1652 con la Bolla “Justammodo” di Papa Innocenzo X, segnò l’inizio della decadenza della Chiesa. La gestione della Chiesa, del Convento e di tutti i suoi beni, venne affidata ad un sacerdote con il titolo di Abate. Il primo abate fu il Canonico Carlo Giacinto Campagna (1668), che rinunciò al titolo a favore del nipote Giovanbattista Maggiorenti, che resse la chiesa fino al 1733. Il 21 Marzo 1733 fu nominato il Rev. Pietro Emidio Massini di Ascoli Piceno, che fu abate fino al 1785, allorche rinunziò a favore del Rev. Antonio Giorgi, che governò la chiesa e i suoi beni fino al 1828. L’ultimo abate fu Don Filippo Ferrucci; alla sua morte(1885) tutti i beni, compresa la chiesa e il convento, furono incamerati dallo stato. Nei primi anni del novecento, la chiesa, dopo anni di semi abbandono, crollata la navata laterale, fu ridotta alle attuali dimensioni.